Quando l’anno scorso scrivevo quella frase, pensavo che sarebbe venuto (prima o poi) il momento in cui i vertici delle aziende e dei media ci avrebbero consentito di spiegare questa scottante verità: non sono i (cosiddetti) visitatori che “entrano” nel vostro sito ma i vostri byte che entrano nel loro browser (il che sembra una battuta e invece è una differenza sostanziale) e che il controllo è quindi (sia tecnicamente che concettualmente) perduto già dal preciso momento in cui si crea un qualsiasi sito.